Recentemente ho visto “Confidenza”, il film diretto da Daniele Luchetti (2024), che trae spunto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone.
Il film racconta le vicissitudini di un uomo che rivela un segreto indicibile alla propria amante. Dopo la confidenza e la conseguente fuga della donna, all’uomo non resta che vivere il resto della vita in ostaggio della paura che questa possa, prima o poi, decidere di rivelare il suo segreto e così distruggere la sua esistenza.
Non voglio raccontare ulteriormente del film, rischiando di “spoilerarne” il finale, voglio solo condividere le riflessioni che da esso sono scaturite.
Se traccio una linea tra passato e futuro, non credo di aver fino a oggi avuto un segreto tale da non poter essere rivelato a nessuno. Magari non c’è stata una persona speciale come unica depositaria di tutte le mie confidenze, ma negli anni ho sempre avuto qualcuno, vicino a sufficienza, a cui farle tempo per tempo, su cui scaricare i pesi che avevo nella coscienza.
Non vivo nel terrore che un mio segreto possa essere prima o poi rivelato, ma oggi sono consapevole del fatto che era meglio se molte cose, che mi riguardano e che ho confidato a terzi, me le fossi tenute per me. Non è solo per l’aver fatto a delle persone delle confidenze che, se venissero fuori, ancora oggi mi potrebbero arrecare danno, ferendo terzi; è soprattutto per l’essermi aperta e aver dato fiducia a persone che adesso so che non erano quelle giuste. Questo perché i rapporti con i miei vari confidenti sono nel tempo cambiati e chi reputavo amico, magari anche solo un anno fa, non è detto lo sia rimasto ancora oggi.
Inoltre, credo che per molti sia difficile resistere alla tentazione di raccontare almeno a un’altra persona un segreto altrui. Temo, insomma, l’effetto a catena del “ti devo raccontare una cosa, ma giura di non dirlo a nessuno” e così via.
Nel film la confidenza viene fatta al proprio partner, la persona con cui dovremmo essere più intimi. Io penso che proprio a lui certe cose del nostro passato non vadano raccontate: lui deve essere protagonista del nostro presente e, se vogliamo che lo resti anche del nostro futuro, teniamoci per noi quel passato che non lo riguardava.
Non è sempre vero, infatti, che “verba volant”…
È per questo che oggi traccio la linea col passato: perché voglio cercare d’ora in poi di tenere per me le mie faccende intime, di conservare per me quel potere, di custodire solo in me i miei segreti come qualcosa di cui aver cura.
Aspetto le vostre considerazioni nei commenti!
Grazie.
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